Matrimonio civile: un pò di burocrazia di facile risoluzione

Quando i fidanzati sono pronti a compiere il grande passo, si trovano davanti alla necessità di decidere se sposarsi in Chiesa oppure in Comune.

Oggi parliamo del matrimonio civile, che presenta da qualche tempo una procedura più breve, rispetto a quella del passato.

Il primo passo da compiere è quello di andare al Comune dove risiede uno dei due e per chiedere l’atto di nascita e il certificato di stato civile. I futuri sposi, grazie all’autocertificazione, firmano un documento nel quale si attesta la loro intenzione di contrarre matrimonio. Per farlo è necessario che entrambi siano in possesso di un documento di identità in corso di validità.

Il Comune procede con l’elaborazione dei documenti e in seguito i futuri sposi vengono contattati per firmare la promessa di matrimonio. Le pubblicazioni vengono esposte all’albo pretorio del Comune, ma con l’avvento di internet vi sono dei Comuni che le pubblicano anche on line. le pubblicazioni contengono i dati dei futuri sposi, la data ed il luogo in cui verrà celebrato il rito; lo scopo principale è informare la popolazione del prossimo matrimonio e permettere che si voglia opporre alla celebrazione del rito lo possa fare. Le pubblicazioni sono esposte per otto giorni consecutivi; al termine i fidanzati ottengono un certificato da presentare all’ufficio di stato civile.

Questo nullaosta ha una validità di 180 giorni; se questo termine viene superato è necessario ripercorrere l’intero procedimento burocratico.

I futuri sposi possono decidere di convolare a nozze presso il Comune di residenza di lei o di lui ma , in alcuni casi si sceglie una sede differente. Se si pensa di sposarsi in un Comune diverso, bisogna chiedere l’autorizzazione del proprio Comune; questa domanda deve contenere le motivazioni specifiche della decisione di sposarsi altrove.

Il Comune nel quale si risiede concede ai futuri sposi una delega che deve essere portata presso il Comune nel quale si intende sposarsi.

Ogni sede comunale ha degli orari e dei giorni precisi dedicati alla celebrazioni di matrimonio; in genere il giorno più richiesto è il sabato. In alcuni Comuni , viene chiesto ai fidanzati un piccolo contributo per l’utilizzo della sala comunale.

L’iter cambia se le nozze avvengono con una persona minorenne, divorziata oppure vedova.

Se il matrimonio avviene con una persona vedova è obbligatorio essere in possesso dell’atto di morte del coniuge che viene rilasciata dal tribunale di competenza. Le nozze con una persona minorenne possono avvenire soltanto con un’autorizzazione compilata dal tribunale dei minori.

Quando invece si vuole convolare a nozze con una persona divorziata è necessario produrre l’atto del precedente matrimonio contenente la sentenza di annullamento della precedente unione; invece se non sono passati trecento giorni, è necessario essere in possesso della sentenza di divorzio. Questa sentenza si deve richiedere direttamente alla cancellaria del tribunale che si è occupato della sentenza di divorzio.

Se il matrimonio avviene con un cittadino straniero che fa parte dell’unione europea è necessario avere il nullaosta del consolato o dell’ambasciata del Paese d’origine. Invece, se si tratta di un cittadino che non appartiene ad un Paese della comunità europea, bisogna essere in possesso del nullaosta con l’autenticazione da parte della prefettura. Qualora il futuro sposo sia già residente in Italia, deve presentare il certificato di residenza e di stato libero.

Il rito civile è più breve rispetto a quello celebrato in Chiesa; la durata si aggira attorno alla mezz’ora. Le tappe principali di questo rito prevede la lettura degli articoli del codice civile, la domanda di rito, lo scambio delle fedi e la firma dei documenti sia da parte degli sposi che dei testimoni. Infine, il rito civile si conclude con un discorso enunciato dal sindaco o da chi ha effettuato il rito.

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